L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE CON I PARI PER LO SVILUPPO DEL BAMBINO
Uno dei compiti più importanti e, allo stesso tempo, più complessi che ciascun bambino deve affrontare nel corso del suo sviluppo è sapersi relazionare con i coetanei. Infatti, la relazione con l’altro richiede al bambino una serie di abilità essenziali (e non scontate), tra le quali comprendere le intenzioni del pari, saper regolare le proprie emozioni, utilizzare una comunicazione verbale e non verbale appropriata, comprendere le conseguenze delle proprie azioni…
Quando e come il bambino si relaziona con i pari?
Nei primi anni di vita, il bambino interagisce principalmente con le figure adulte ma, già a partire dai 2-3 anni, quando i bambini possono scegliere se rivolgersi agli adulti o ai coetanei, esprimono una maggiore preferenza verso questi ultimi. Le prime interazioni di gioco avvengono infatti verso i 2- 2.5 anni, tramite giochi in parallelo: il bambino cioè gioca accanto ad altri bambini ma non con loro. Tra i 2 e i 4 anni, si passa da attività in parallelo a giochi di finzione con i pari o giochi cooperativi, nei quali i bambini interagiscono per perseguire degli scopi comuni. Nel periodo prescolare, le attività di gruppo diventano sempre più complesse e articolate, favorite da una progressiva capacità di comunicare i propri desideri, aspettative e intenzioni, oltre che dallo sviluppo delle capacità simboliche e cognitive. Dai 4 anni, i bambini svolgono con i pari principalmente giochi simbolici e di ruolo, comprendono la necessità di condividere e sono in grado di fare a turno. Verso i 5 anni, è presente una maggiore collaborazione nei giochi con i coetanei e comprensione della necessità di avere e rispettare delle regole. Le relazioni con i pari diventano sempre più selettive e i bambini scelgono i propri amici soprattutto in base alla condivisione di interessi e attività. Dall’età scolare invece, il bambino si integra progressivamente nella scuola e nel gruppo dei pari, sviluppando maggiori competenze relazionali e imparando a gestire i conflitti.
Il ruolo dell’interazione con i pari nello sviluppo
La relazione con i coetanei è di fondamentale importanza per la crescita e l’evoluzione di ciascun bambino:
Sviluppo cognitivo e apprendimento. La relazione con i pari è una delle modalità principali di apprendimento e quindi di acquisizione di nuove abilità e competenze.
Sviluppo emotivo. La relazione con l’altro permette al bambino di comprendere le proprie emozioni e quelle altrui, imparare a gestire i conflitti e la frustrazione.
Sviluppo sociale. Interagendo con il pari, il bambino impara a collaborare e acquisisce importanti competenze sociali (ad esempio, rispettare le regole, fare a turno, trovare accordi…).
Neuropsicomotricità con i pari
La neuropsicomotricità promuove l’interazione con i coetanei, l’acquisizione di nuove abilità e lo sviluppo di competenze sociali tramite interventi in piccolo gruppo. Essi possono essere di tipo educativo (rivolti a tutti i bambini e realizzati in strutture extrascolastiche o inseriti nella programmazione delle scuole), di tipo preventivo (rivolti a bambini che presentano alcune fragilità, al fine di prevenire situazioni ad evoluzione negativa) oppure di tipo terapeutico (rivolti a bambini che presentano delle difficoltà accertate, sulle quali è importante lavorare).
La neuropsicomotricità si avvale di un contesto ridotto, cioè un gruppo composto da pochi partecipanti, in quanto offre maggiori occasioni di interazione tra i componenti, consente di considerare i bisogni dei singoli, favorisce l’organizzazione di attività tarate sugli interessi e sulle necessità di ciascun membro. La relazione con i pari può essere la finalità dell’intervento oppure la modalità che permette di lavorare su determinate aree dello sviluppo e competenze.