telephone-1351 5330446
placeholder-for-map-1via Quirico Rossi 29, Lonigo (VI)
black-envelopeinfo@studiolemetamorfosi.it
facebook-logo-2
Studio le Metamorfosi
  • Home
  • Lo studio
  • Cosa facciamoskip-track2
    • > Riepilogo servizi
    • > Dettaglio servizi
  • Il teamskip-track2
    • > Team interdisciplinare
    • > Calendario
  • Approfondimenti
  • Contatti
149852
pencil-writing-on-notebookChiedici info
pencil-writing-on-notebookRichiesta Informazioni

    emergency-callContatti rapidi
    emergency-callContatti rapidi

    Puoi contattarci in molti modi. Per un riscontro rapido chiamaci o lasciaci un messaggio WhatsApp.

    • telephone-1351 5330446
    WhatsApp
    Altri contatti
    calendarCalendario
    calendarCalendario settimanale

    Visualizza la presenza settimanale delle professioniste. Giorni e orari possono variare, contatta sempre lo studio per verificare la disponibilità per un appuntamento.

    Visualizza
    placeholder-2Dove siamo
    clockOrari studio
    clockOrari Studio
    Lunedì 08:00 – 20:00
    Martedì 08:00 – 20:00
    Mercoledì 08:00 – 20:00
    Giovedì 08:00 – 20:00
    Venerdì 08:00 – 20:00
    top
    +
    HomeApprofondimenti
    22Mar

    Siete pronti per la prima??

    by Letizia Cocco - Logopedista

    In un precedente approfondimento Silvia (neuropsicomotricista) vi aveva illustrato quali sono i prerequisiti psicomotori che in bambino dovrebbe aver sviluppato prima dell’ingresso alla scuola primaria; oggi invece mi piacerebbe parlarvi più nello specifico di alcune abilità cognitive e linguistiche alla base dei meccanismi di letto-scrittura.  

    Forse non tutti sanno che già a partire dalla scuola dell’infanzia (in particolar modo nell’ultimo anno) iniziano a consolidarsi tutta una serie di competenze, che altro non sono che le fondamenta sulle quali si struttureranno poi gli apprendimenti scolastici futuri.

    MA QUALI SONO QUESTI PREREQUISITI? 

    • MEMORIA FONOLOGICA A BREVE TERMINE

    La capacità di mantenere in memoria informazioni di natura verbale per un breve periodo di tempo, necessario ad eseguire un dato compito. 

    • DISCRIMINAZIONE VISIVA E UDITIVA

    Nel primo caso si intende la capacità di riconoscere un segno grafico da un altro in base al suo orientamento e alla sua forma. La discriminazione uditiva riguarda invece la capacità di distinguere i diversi suoni linguistici anche da suoni molto simili tra loro 

    FOTO/VOTO; CANE/CANE; MUCCA/ZUCCA 

    UGUALI O DIVERSI?

    • DENOMINAZIONE AUTOMATICA RAPIDA

    La capacità di denominare nel minor tempo possibile una serie di stimoli (immagini, oggetti, numeri o lettere) secondo i corretti schemi di lettura (dall’alto in basso e da sinistra a destra)

    • CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA

    Tutte quelle competenze che permettono al bambino di riflettere e manipolare mentalmente i suoni e la struttura delle parole. Queste abilità prendono il nome di abilità metafonologiche e si dividono in:

    • metafonologia globale: Intorno ai 4-5 anni i bambini iniziano a capire che le parole sono formate da piccoli pezzi chiamati SILLABE ed iniziano a padroneggiare le seguenti abilità:
      • fusione sillabica (se dico CA-NE che parola ho detto?)
      • segmentazione sillabica (MELA -> ME-LA 
      • identificazione di sillaba iniziale e finale (quali sono le parole che iniziano come CANE? ROSA, SALE O CAVALLO)
      • riconoscimento e produzione di rime (con che parole fa rima TANA)
    • metafonologia analitica: intorno ai 6-7 anni comprendono che le sillabe e le parole possono essere divise in ulteriori pezzettini più piccoli (in singoli suoni appunto). le abilità analitiche possono essere distinte in: 
      • sintesi fonemica (P-A-N-E che parola ho detto?)
      • segmentazione fonemica (MANO -> M-A-N-O)
      • riconoscimento suono iniziale (con cosa inizia la parola FATA
      • capacità d togliere. Aggiungere o sostituire un suono di una parola per trasformarla in una parola diversa (ES: “CANE” se sostituisco il suono CA con PA che parola ottengo?)  
    • ABILITA’ LINGUISTICHE:

    Prima dell’accesso alle scuole primarie il bambino dovrebbe essere in grado non solo di articolare correttamente e nella giusta sequenza i vari suoni della lingua italiana, ma possedere anche un adeguato repertorio lessicale e un’adeguata comprensione morfosintattica.  

    IN CHE SITUAZIONI SAREBBE UTILE UN APPROFONDIMENTO DEI PREREQUISITI DELLA LETTURA E SCRITTURA?

    Sarebbe utile rivolgersi ad un professionista per un eventuale approfondimento dei prerequisiti scolastici nel caso di bambini che:

    1. Intorno ai 4- 5 anni non hanno ancora consolidato un buon linguaggio, con il persistere di difetti di pronuncia
    2. Non riescono ad esprimere un concetto, raccontare un episodio vissuto o una breve storia in sequenza
    3. entro l’ultimo anno della scuola dell’infanzia presentano difficoltà nell’acquisizione di uno o più dei prerequisiti sopra descritti
    4. nel corso del primo anno della scuola primaria manifestano una certa difficoltà ed una certa fatica nell’avvio della lettura e della scrittura

    Un’indagine preventiva tramite prove apposite permette di individuare quei bambini a rischio di insuccesso scolastico ed offrire interventi precoci, volti a mettere il bambino delle condizioni di acquisire le competenze ancora deficitarie e ridurre il rischio di sviluppare un disturbo di apprendimento! 

    Pagina del servizio di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utile la pagina della Logopedia Bambini e Ragazzi.

    Lonigo
    1Mar

    Mio figlio non cammina!!!

    by Letizia Gazzetto - Fisioterapista

    Il movimento del bambino è fondamentale per interagire con l’ambiente esterno, per conoscere ed apprendere.

    L’acquisizione delle diverse abilità motorie appartiene ad un percorso personale e di interazione con l’ambiente circostante. Passo dopo passo ogni bambino impara a camminare! Spesso ci si chiede se è troppo tardi: vediamo allora di spiegare alcune tappe fondamentali dello sviluppo motorio del bambino fino al cammino autonomo, integrando alcune tappe con opportuni suggerimenti per stimolarle correttamente.

    TRE MESI 

    CONTROLLO DEL CAPO DA SUPINO

    Il bimbo in questo periodo ruota il capo di 180° quando viene stimolato a seguire il viso della mamma oppure l’oggetto proposto.

    Quando da sdraiato viene messo seduto si può osservare che il capo non cade all’indietro ma segue il tronco.

    Quando si trova prono il bimbo è capace di appoggiarsi sui gomiti, sollevare il capo e ruotarlo man mano fino a 180°.

    La libertà di muovere il capo rende capace il bambino di cercare ciò che più gli piace (ad es. il viso della mamma) ed inizia ad esplorare lo spazio attorno a sé.

    PORTARE LE MANI ALLA BOCCA

    Mettendo le mani in bocca il bimbo supera gli atteggiamenti asimmetrici (come i famosi “riflessi”) molto frequenti nei primi 2 mesi di vita, succhiare le dita gli dà piacere ed inizia a conoscere una parte del proprio corpo.

    ALCUNI SUGGERIMENTI… 
    • Possiamo modificare spesso le posture del bambino quando è sveglio: pancia sotto, supino, sul fianco.
    • Lasciamo che durante il bagnetto sgambetti libero
    • Se piange cerchiamo di adattarlo gradualmente soprattutto alle nuove situazioni (es. bagnetto)
    • Durante il cambio stimoliamo il bimbo in modo che ruoti il capo, magari cercando di agganciare il suo sguardo
    • Parliamogli sempre! Il neonato infatti riceve stimoli visivi, uditivi e sensitivi: imparerà a distinguerli in seguito.

    SEI MESI 

    • I bambini iniziano a rotolare entro i sei mesi di vita: da supino a prono su una superficie rigida (sul letto infatti sono facilitati)

                E’ il primo spostamento autonomo! Solitamente per avvicinarsi ad un oggetto che più gli      piace.

    • Tra il 4°e 5° mese il bambino prende oggetti leggeri e semplici da tenere. Prima del 4° mese la presa è più riferibile ad un riflesso (attività non volontaria): gradualmente esso cede il passo alla volontarietà.

                Altra tappa fondamentale che permette a nostro figlio di arricchire le proprie conoscenze attraverso una prima manipolazione e succhio.

    • In questa fase il bambino porta i piedi in bocca: i movimenti sono più sciolti e gli permettono di conoscere altre parti del proprio corpo.
    ALCUNI SUGGERIMENTI…
    • Lasciamo il più possibile giocare il bimbo sul tappeto a terra, con giochi facili da manipolare, non sempre a portata di mano.
    • Se prono facilmente userà una mano per giocare ed una d’appoggio. Inizierà a spostarsi per prendere i giochi lontani. Nella culla da solo tutto ciò sarà difficile.
     LE PRESE UTILIZZATE 

    La presa che utilizzerà in questo periodo sarà di tipo palmare semplice: utilizzerà cioè il medio, l’anulare il mignolo ed il palmo.

    NOVE MESI 

    • Tra il 7° e l’8° mese il bimbo impara a stare seduto e soprattutto a mettersi seduto da solo. Sa stare seduto anche se non si mette seduto da solo ma se cade piange e non sa trovare una soluzione per risolvere la caduta. Se il bimbo sa già rotolare imparerà ben presto a raggiungere da solo la posizione seduta. Solo quando raggiunge la posizione seduta “stabile” riesce ad afferrare degli oggetti.
    • Durante questo trimestre il bambino imparerà a spostarsi in modo diverso dal rotolo: es. strisciando a terra, gattonando, spostandosi da seduto. Non ha importanza come, ma è importante che trovi il modo di muoversi il più velocemente possibile per raggiungere i propri obiettivi e distanze sempre più lunghe.
    SUGGERIMENTO…

    In questa fase è importante lasciare che il bambino si muova sul tappeto.

    DODICI MESI 

    Solitamente a questa età il bambino sta in piedi, si sposta attaccandosi ai mobili, a volte raggiunge il cammino autonomo.

    Se il bambino ha trovato delle soluzioni per spostarsi velocemente non è necessario che cammini, piuttosto che si muova con una finalità ad es. arrivare ad un gioco di suo interesse.

    Importante che quando cade  sappia trovare una soluzione per alzarsi da solo. Questo gli consente una sicurezza maggiore nello spostarsi.

    I primi passi sono piuttosto goffi ed incerti: la base d’appoggio allargata ed i movimenti pendolari scoordinati, tronco proteso in avanti e addome prominente.

    Solamente un paio di mesi dopo le braccia si abbasseranno lungo i fianchi arrivando al bacino.In questo periodo si osserva un miglioramento della coordinazione oculo manuale: compare la pinza superiore, ovvero l’impiego dell’opposizione pollice-indice e della prensione fine con la capacità di afferrare piccoli oggetti.

    Per ogni dubbio, richiesta o necessità contattateci!

    Siamo a disposizione per conoscere i vostri bambini ed eventualmente iniziare un percorso di fisioterapia volto a migliorare lo sviluppo motorio e psicomotorio dei vostri bimbi!

    Pagina del servizio di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utile la pagina della Fisioterapia Bambini e Ragazzi.

    Fisioterapia
    15Feb

    Il pianto del neonato

    by Irene Volpato - Ostetrica

    Quante volte ci capita o ci è capitato di essere stati messi a dura prova dal pianto del nostro bimbo.

    Alla disperata ricerca del motivo per cui improvvisamente si è scatenata in lui questa reazione abbiamo probabilmente iniziato a muoverci in modo veloce e disorganizzato per cercare di rispondere in modi differenti a quello che abbiamo ipotizzato potesse essere il motivo del pianto, andando ad alimentare un crescendo di ansia ed agitazione anche in noi. 

    Dopo le prime settimane di vita in cui sembra tutto scorra liscio, spesso accade che arrivi un momento, che solitamente coincide con le prime ore serali, in cui il neonato inizia a piangere senza un apparente motivo e non si addormenta stremato fino ad un’ora non ben identificata della sera (quando ci va male anche notte). Poi, dorme sereno fino al mattino quando si sveglia e riprende i suoi sorrisi e gorgoglii come se nulla fosse accaduto. A volte capita che ciò si presenti in maniera cadenzata ogni giorno allo scoccare dell’ora X e tu, mamma, inizi già dalle prime ore del pomeriggio a fare il conto alla rovescia per vedere quanto tempo ti separa da quel momento. 

    È allora che inizia il lungo elenco dei motivi che chi ti sta attorno attribuisce a quei momenti di pianto:

    “Il tuo latte non è sufficiente o è poco sostanzioso” o “La produzione di latte cala la sera” ti dicono (chissà perché il nostro corpo è stato in grado di far crescere per nove mesi un bimbo, di partorirlo ma viene spesso messa in dubbio la sua capacità di alimentarlo come se madre natura non avesse pensato a tutto in maniera scrupolosa; certo, ci sono casi in cui una mamma può avere una scarsa produzione ma non sono molti e sono legati a particolari condizioni di salute). Spesso accade che in queste situazioni inizino ad essere introdotti nuovi alimenti o bevande come camomilla e latte artificiale ma nonostante ciò il bimbo non smette di piangere, a volte piange addirittura di più. 

    “La mamma è stressata e quindi stressa anche il bimbo” lo stato materno influenza il comportamento del proprio bimbo ma, se vediamo una mamma stanca anziché additarla, aiutiamola concretamente!

    “Ha le coliche” o altre frasi che molto spesso lasciano intendere alla mamma che quasi sicuramente sta facendo qualcosa di sbagliato.

    Cosa fare allora per affrontare al meglio questi momenti?

    Assicurati che il tuo bimbo stia crescendo adeguatamente: controlla che bagni almeno 6 pannolini di pipì e ne sporchi almeno 1 di cacca al giorno. Se ciò non accade il motivo potrebbe essere legato alla gestione delle poppate o ad un attacco superficiale del bimbo al seno che non gli permette di assumere una buona quantità di latte; in questi casi chiedi aiuto ad un professionista che si occupi di allattamento, migliorare l’attacco al seno può cambiare il comportamento del bimbo.

    Non forzare il bambino al seno se ti pare che in questi momenti non lo desideri, la poppata dev’essere associata ad un’esperienza piacevole.

    Assicurati che il pannolino non sia sporco o che il bimbo non sia vestito troppo o troppo poco.

    E dopo aver escluso tutto ciò: che si può fare ancora per affrontare le crisi di pianto?

    • Regalati durante la giornata dei momenti pelle a pelle col tuo bimbo o di massaggio 
    • Abbassa gli stimoli visivi e uditivi (rumori forti, tv accesa…)
    • Dormi assieme al tuo bimbo o portalo in fascia
    • Chiedi a qualcuno della famiglia (papà o nonni) di darti il cambio a tenere il bimbo nelle ore critiche in modo da poterti concedere una pausa (magari una doccia calda)
    • Ascolta dei rumori bianchi o canta una canzone dolce magari che ti ricordi la tua infanzia o che ti faccia rivivere momenti positivi
    • Tieni il tuo bimbo vicino a te, saprà che il suo pianto e quindi i suoi bisogni vengono accolti e non ignorati

    Insomma, tutto ciò che favorisce il rilassamento di mamma e bimbo è di grande beneficio.

    E poi ricorda, il pianto è in primis una modalità di comunicazione, esprime un disagio ma non sempre alla sua origine c’è un ben preciso bisogno. Pensiamo a noi adulti: riusciamo sempre a dare un nome a ciò che proviamo e soprattutto a chiedere con precisione ciò di cui abbiamo bisogno per risolvere il problema?

    Piangere è anche un modo di scaricare le tensioni di vario tipo, dopo averlo fatto a volte ci sentiamo più leggeri e sollevati. Ognuno di noi fin dalla vita intrauterina ha un proprio temperamento: c’è chi si sfoga piangendo, chi urlando, chi ancora chiudendosi in sè stesso; impareremo a conoscere giorno dopo giorno il carattere del nostro bimbo.

    Prendiamo allora spunto da Tristezza che, nel meraviglioso film “Inside out”, non cerca di scacciare via le emozioni di Bing Bong ma le accoglie, abbracciandolo e rimanendo lì con lui.

    “Ma come ci sei riuscita?” chiede Gioia

    “Era triste e l’ho ascoltato!” risponde Tristezza 

    Durante i nostri corsi rivolti alle mamme nel dopo parto avrete la possibilità di ritagliarvi del tempo per voi e per il vostro bimbo, muovendovi, coccolandovi e anche confrontandovi con altre mamme o con l’ostetrica condividendo momenti felici ma anche cercando assieme di capire come affrontare quelli un po’ più difficili del percorso della maternità.

    Pagina dei servizi di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utili le pagine della Ginnastica post-parto mamma-bambino

    Ginnastica post-parto mamma-bambino

    e dei Corsi di Massaggio Infantile.

    Corsi di massaggio infantile
    18Gen

    La psicomotricità ai tempi del Covid-19: ecco perché può aiutare i bambini ad affrontare questo momento storico.

    by Silvia Sorzato - Neuropsicomotricista

    Il 2020 è stato un anno caratterizzato un po’ per tutti da incertezze e preoccupazioni, variazioni nello stile di vita, che spesso hanno portato a rinunce e hanno richiesto significativi adattamenti.

    Ciò non ha coinvolto solo noi adulti, ma anche i bambini, che hanno dovuto affrontare periodi di isolamento, cambiamenti delle proprie routine, allontanamento dai pari e dall’ambiente scolastico, interruzione delle attività sportive, ecc. Oltretutto, nonostante l’impegno dei genitori per alleggerire la situazione, non sempre risulta semplice nella testa di un bambino comprendere perché avviene tutto ciò (non è semplice nemmeno per noi adulti, figuriamoci per i più piccoli!) e ciò aumenta il carico di ansia nel trovarsi di fronte all’ignoto, senza riuscire ad avere delle risposte chiare e la certezza di ciò che accadrà.

    La pratica psicomotoria, proprio per le caratteristiche che la contraddistinguono, si rivela uno strumento efficace per accompagnare i bambini in questo periodo particolare e spesso complicato.

    Innanzitutto durante gli incontri di psicomotricità i bambini hanno la possibilità di correre, saltare, fare capriole, sperimentare le proprie possibilità motorie a 360°. Sicuramente durante gli ultimi mesi, a causa delle restrizioni descritte in precedenza, si sono ridotte le possibilità di movimento per i bambini, con grande impatto sul loro sviluppo. Attraverso il movimento i bambini infatti scoprono sé stessi, le proprie capacità e i propri limiti, imparano a conoscere lo spazio che li circonda, fatto di alto-basso, vicino-lontano, dentro-fuori.

    In secondo luogo, la pratica psicomotoria pone molta attenzione agli aspetti relazionali. Attraverso il gioco ed il movimento il bambino impara a confrontarsi con i pari, ad ascoltare, condividere, scontrarsi e risolvere i conflitti, affermare sé stesso ed accogliere l’altro. Sono competenze che i bambini apprendono sicuramente dai genitori nelle prime fasi di vita, ma che poi sviluppano e fanno proprie sperimentandole sul campo, vivendo il tempo di gioco libero tra bambini, provando sulla propria pelle fallimenti e conquiste. In un periodo in cui le relazioni interpersonali sono ristrette al minimo ecco che avere la possibilità di fare esperienza in un contesto che mette al centro proprio la persona è sicuramente un’esperienza arricchente per i bambini.

    Infine l’importanza data alle emozioni. All’interno del contesto psicomotorio, il bambino ha la possibilità di esprimere i propri vissuti, mettere in gioco le proprie paure, affrontare i suoi fantasmi, in un contesto protetto, in cui il terapista, attraverso il gioco, lo guida nel vivere queste sensazioni, comprenderle e affrontarle al meglio. Non sempre i bambini hanno la capacità di esprimere verbalmente ciò che provano, ma spesso lo esternano nei loro giochi, attraverso l’invenzione di mostri o creature particolarmente spaventose o attraverso dinamiche di aggressività, che nascono un’insicurezza di base. Vivendo queste situazioni all’interno del gioco, con la guida del terapista, il bambino impara gradualmente a fare ordine anche dentro di sé.

    Presso lo studio “Le Metamorfosi”, svolgiamo le attività nel pieno rispetto delle normative vigenti e adottando tutte le misure di sicurezza necessarie alla situazione, in modo che i bambini possano vivere un’esperienza di crescita in totale sicurezza.

    Pagina del servizio di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utile la pagina della Psicomotricità in piccolo gruppo.

    Clicca qui per maggiori informazioni.

    21Dic

    La terapia manuale in Fisioterapia…non solo un “massaggio”!

    by Letizia Gazzetto - Fisioterapista

    La definizione di TERAPIA MANUALE ORTOPEDICA  viene data dall’ IFOMPT ovvero l’  International Federation of Orthopaedic Manipulative Physical Therapist.

    E’ una specializzazione della fisioterapia per il trattamento delle patologie neuro-muscolo-scheletriche, basata sul ragionamento clinico, che utilizza approcci di trattamento altamente specifici, i quali includono le tecniche manuali e gli esercizi terapeutici.

    Si avvale di una valutazione delle funzioni dell’apparato locomotore quali: sintomi, alterazioni della mobilità e cambiamenti tissutali.

    Gli obiettivi principali di tale branca della fisioterapia sono quelli di ridurre e/o alleviare il dolore migliorando le capacità funzionali del paziente, stabilizzare una eventuale ipermobilità (es nell’articolazione della spalla) o mobilizzare una ipomobilità (es. coxartrosi), riallenare/riattivare un paziente allettato o che necessita di una rieducazione allo sforzo.

    TERAPIA MANUALE E MASSAGGIO … SONO LA STESSA COSA? 

    Assolutamente no!

    La terapia manuale infatti differisce dal massaggio in quanto è un metodo di esame e di trattamento fisioterapico dell’intero apparato locomotore, che consiste in una osservazione e valutazione funzionale (dopo un ragionamento clinico) e successivamente in un trattamento strutturato eseguito anche manualmente, quindi attraverso l’applicazione diretta di forze da parte del fisioterapista sugli apparati che compongono la funzione motoria.

    Se vuoi saperne di più e se vuoi capire se questo trattamento fa al caso tuo, consulta la pagina di riferimento e contatta lo Studio per un appuntamento!

    Pagina del servizio di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utile la pagina della Fisioterapia Adulti.

    Fisioterapia
    14Dic

    Rilassiamoci…con il Metodo Trager!

    by Elga Spigato - Operatrice Olistica

    Nelle mie esplorazioni e specializzazioni nel mondo del benessere olistico, ho scoperto l’Approccio Trager: è stato “amore a prima vista”!

    Ho quindi intrapreso un percorso di formazione presso la sede di Mestre della scuola Trager per poter integrare anche questa disciplina ai servizi che offro ed alle metodologie che integro per personalizzare ogni trattamento, ogni massaggio, alle esigenze della persona che ho davanti.

    Questa tecnica mi ha colpita e mi sta dando grandissime soddisfazioni (a me, ma anche ai miei utenti!) perchè con piccoli e leggeri movimenti e con una stretta collaborazione tra operatore e chi riceve il massaggio, si possono ottenere risultati molto intensi in poco tempo.

    Approccio Trager

    L’obiettivo del Metodo Trager è quello di far raggiungere lo stato chiamato “Hook-up” e cioè un ascolto consapevole del proprio corpo, uno stato di rilassamento simile a quello meditativo.

    Chi ha già provato questo “massaggio” mi dice che sembra di trovarsi sopra una nuvola!

    Se anche voi volete provare su voi stessi questo trattamento, scoprire quali benefici può darvi ed imparare a rilassarvi in modo guidato e consapevole…contattate lo studio per fissare un appuntamento!

    Pagina del servizio di riferimento

    Se ti interessa questo argomento potresti trovare utile la pagina dell’ Approccio Trager.

    • 1
    • 2
    • 3
    • …
    • 5
    • right-arrow

    Calendario approfondimenti

    Aprile: 2021
    L M M G V S D
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    2627282930  
    « Mar    

    Tags

    andare a scuola attività manuali bambini benessere concentrazione Corso Post Parto Corso Pre Parto creatività danza difficoltà scolastiche discalculia dislessia disortografia DSA fantasia fisioterapia fitness fitness dance Ginnastica posturale Gravidanza incidente intervento chirurgico laboratori leggere massaggio del piede massaggio infantile movimento Neomamma Neuropsicomotricità Ostetrica personal trainer postura Prerequisiti Psicomotricità riabilitazione riflessologia riflessologia plantare Scrivere supporto compiti terapia fisica tono muscolare trauma valutazione apprendimenti Yoga yoga bambini

    Approfondimenti recenti

    Siete pronti per la prima??

    Siete pronti per la prima??

    Marzo 22, 2021
    Mio figlio non cammina!!!

    Mio figlio non cammina!!!

    Marzo 1, 2021
    Il pianto del neonato

    Il pianto del neonato

    Febbraio 15, 2021
    La psicomotricità ai tempi del Covid-19: ecco perché può aiutare i bambini ad affrontare questo momento storico.

    La psicomotricità ai tempi del Covid-19: ecco perché può aiutare i bambini ad affrontare questo momento storico.

    Gennaio 18, 2021
    La terapia manuale in Fisioterapia…non solo un “massaggio”!

    La terapia manuale in Fisioterapia…non solo un “massaggio”!

    Dicembre 21, 2020

    Approfondimenti per mese

    • Marzo 2021 (2)
    • Febbraio 2021 (1)
    • Gennaio 2021 (1)
    • Dicembre 2020 (2)
    • Novembre 2020 (4)
    • Ottobre 2020 (4)
    • Settembre 2020 (5)
    • Agosto 2020 (1)
    • Luglio 2020 (4)
    • Maggio 2020 (3)

    Per ricevere aggiornamenti sulle attività dello
    studio, inserisci la tua mail qui sotto.

      black-envelope

      Approfondimenti

      Siete pronti per la prima??
      Siete pronti per la prima??

      Marzo 22, 2021

      Mio figlio non cammina!!!
      Mio figlio non cammina!!!

      Marzo 1, 2021

      Il pianto del neonato
      Il pianto del neonato

      Febbraio 15, 2021

      Contatti

      • placeholder-for-map-1via Quirico Rossi 29, Lonigo (VI)
        placeholder-for-map-1visualizza sulla mapparight-arrow
      • telephone-1351 5330446 (Segreteria)
      • smartphoneWhatsApp 351 5330446
      • black-envelopeinfo@studiolemetamorfosi.it
      Copyright © 2020 Studio le Metamorfosi | P.IVA 03798280248 | C.F. GRNVNN90B48F964J | Privacy Policy | Cookie Policy
      up-arrow-1